lunedì 30 luglio 2012

Semifreddo Tartufo e Caffè... per gli amanti dei sapori forti!

Ma quanto mi piacciono i semifreddi???? TAAAANTO!  E a voi???
Vi è piaciuto il post sulle basi? Spero di si.
Ora che la base l'abbiamo  non ci resta che trovare l'altezza e dividere il prodotto per due ! ahahahah.... che battutaccia da quarta elementare!
Scherzi a parte, come promesso eccovi una ricetta fresca fresca appena fatta per potere applicare quello che abbiamo imparato nel post di venerdì e fare un semifreddo per la nostra prossima cena tra amici.
Quello che vedete l'ho fatto per il compleanno di mio cognato: lui ama i sapori forti e non troppo dolci... e ama il caffè! Così ho pensato di fargli un semifreddo ad hoc... con tartufo al cacao amaro e caffè.
La decorazione è semplicissima, visto che volevo avesse proprio l'aspetto di un maxi tartufo....quindi cacao e zucchero semolato. Il gelato al caffè come potrete vedere è volutamente molto carico....ma è divino se amate alla follia questa bevanda. Se invece volete ottenere un gusto più delicato omettete il caffè crudo macinato.
Ci vediamo tra qualche giorno con l'ultimo post e poi....vacanze anche per il blog! A presto!


SEMIFREDDO TARTUFO E CAFFE'


per la meringa italiana: 3 albumi + un cucchiaio di zucchero
130gr di zucchero
36 gr di acqua

per la pasta a bomba: 3 tuorli
80gr di zucchero
25 gr di acqua

500 ml di panna vegetale zuccherata o panna di latte+ due cucchiaini di zucchero
25 gr di cacao 
una tazzina di caffè ristretto
due cucchiai di caffè solubile
2 cucchiaini di caffè macinato

per tartufare: 50gr di cacao, 50 gr di zucchero semolato



Facciamo la meringa italiana e la pasta a bomba seguendo il procedimento descritto in questo post dedicato alle basi del semifreddo.
Prendiamo uno stampo da plumecake e lo foderiamo con carta da forno, ma solo sui lati lunghi e sulla base: questo ci servirà per sformare più facilmente il semifreddo.
Dividiamo la pasta a bomba in due ciotole: in una uniamo il cacao e mescoliamo vigorosamente con un frusta: otterremo una pasta di cioccolato simile per consistenza alla Nutella. Versiamo il caffè solubile nella tazzina di caffè ristretto tiepido e facciamo sciogliere. Uniamo questa bomba di caffè alla seconda ciotolina con la pasta a bomba e mescoliamo, completiamo con il caffè crudo ed avremo la nostra crema  base al caffè.
Ora uniamo la meringa alla panna montata e poi dividiamo la massa ancora in due: una parte la uniamo alla crema al cacao e l'altra alla crema al caffè. Avremo così i nostri due gusti.
Prendiamo lo stampo  e versiamoci il composto al cacao avendo cura di spalmarlo bene , quindi il  composto al caffè,cercando di lisciarne la superficie il più possibile con una spatola. Mettiamo in freezer per almeno 12 ore.
Per tartufare, mescoliamo in cacao allo zucchero semolato, per fare miscelare le due polveri perfettamente.
Una volta trascorso il tempo di solidificazione sformiamo molto delicatamenteil semifreddo, aiutandoci con le ali di carta da forno e completiamolo spolverizzandolo abbondantemente con la miscela-tartufo.










Con questa ricetta partecipo al consueto appuntamento con il calendario di Ornella!

In bacheca
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venerdì 27 luglio 2012

Le basi del semifreddo: la meringa italiana e la pasta bomba (con passo passo)!

 A gentile richiesta.... oggi parliamo di…. Semifreddi! 
Chi mi segue sa già che sono la mia passione, il mio cavallo di battaglia! Ne ho fatti veramente di tutti i gusti e ritengo che siano la naturale conclusione di un pranzo tra amici o di una cena importante, specie in questa stagione e poi il semifreddo ha il vantaggio di non richiedere una macchina per il gelato e un’attrezzatura veramente minima: uno stampo in metallo, carta da forno, un termometro da cucina (io ne ho  uno per gli arrosti, costo 3 euro circa…) e un frullino basteranno a ottenere un buon risultato.
Così ho pensato di partire dalle basi e fare una specie di ripasso insieme a voi, fotografando passo passo i momenti salienti della preparazione. 
Il realtà quello che segue è l'estratto della mia nuova rubrica " L'ABC con la Prof" che trovate sul numero estivo di About Food e che vi accompagnerà alla riscoperta di quelle che sono le basi della pasticceria casalinga, riveduta e corretta attraverso le ricette dei grandi maestri come Montersino o Pina, passando per Santin o le Sorelle Simili ( le "zie" dei lievitati!) che io molto indegnamente cercherò di replicare.



La base del semifreddo classico solitamente si compone di tre elementi:
·         La meringa italiana
·         La pasta a bomba
·         La panna semimontata
A queste, a seconda del gusto che vogliamo ottenere, si possono aggiungere purea di frutta, pasta di frutta secca (nocciole, pistacchio…), cioccolato, caramello e tutto quello che la fantasia ci suggerisce.
Come anticongelante, ovvero come sostanza che impedisce al nostro semifreddo di diventare duro come una mattonella, solitamente viene usato uno sciroppo di zucchero o una certa quantità di alcool che potremo usare per dare un aroma particolare al nostro semifreddo.

LA  MERINGA ITALIANA
La meringa italiana è una meringa vera e propria che viene preparata con albumi e zucchero cotto, ovvero uno sciroppo di acqua  e zucchero che ancora bollente viene versato sull’albume semimontato: questa operazione porterà a una sorta di cottura dell’albume stesso con conseguente sterilizzazione del prodotto da eventuali batteri. A differenza della meringa svizzera che non richiede questa operazione in quanto poi passerà in forno, la meringa italiana può dunque essere utilizzata tranquillamente per semifreddi o creme che non richiedono cottura.
Le dosi per la meringa italiana che ci suggerisce il maestro Luca Montersino sono le seguenti:

400 gr di zucchero
250gr di albume
Per lo sciroppo: 100gr di zucchero+ 100gr di acqua

Le dosi sono per circa 750 gr di meringa…per un semifreddo casalingo da un chilo circa solitamente basta metà dose.


Passiamo alla preparazione.

In un pentolino facciamo uno sciroppo con l'acqua e lo zucchero (1) e portiamolo a bollore (2), intanto cominciamo a montare gli albumi  con un quinto dello zucchero(4-5).

Aggiungi didascalia

 Quando lo sciroppo raggiungerà i 121°( a questo punto ci servirà un termometro...)(3)  versiamone i 2/3  velocemente sugli albumi montati, azionando la velocità della nostra planetaria( o anche del nostro frullino...) al massimo(6), quindi dopo qualche secondo, versiamo il rimanente sciroppo a filo, ma sempre a massima velocità, fino a che la meringa non sarà quasi fredda(7). 

 

Se avremo eseguito bene questa delicata operazione avremo ottenuto una meringa gonfia, lucida e soda. Versiamola in una ciotola, copriamola con cellophane e mettiamola in freezer per un paio di minuti. Questa operazione servirà a pastorizzare ulteriormente la meringa che così sarà pronta per essere utilizzata(8).


9. ecco la meringa italiana!





LA PASTA A BOMBA
La pasta a bomba o Pate à bombe, come dicono i francesi è  l’operazione praticamente identica alla meringa italiana, solo che anziché per pastorizzare gli albumi, la pasta a bomba serve per pastorizzare i tuorli. Anche in questo caso quindi dovremo fare uno sciroppo di zucchero e farlo arrivare ai 121°, quindi versarlo a filo sui tuorli semimontati(9-10), facendo attenzione che lo sciroppo cada sui tuorli e non sulle pareti della planetaria(11), azionando la  velocità massima, fino al completo raffreddamento della crema di uova.


 Anche in questo caso è consigliato un passaggio in freezer per qualche minuto o in un bagnomaria ghiacciato(12).


Le dosi che vi lascio sono tratte da una ricetta del maestro Giovanni Pina:
250 gr di tuorlo
325gr di zucchero
90 gr di acqua

Con queste dosi si ottiene circa 600 gr di pasta a bomba. Per un semifreddo da un chilo, chilo e mezzo vi basterà circa un quarto di dose... (io uso tre tuorli, li peso e faccio le proporzioni...)

12. La pasta a bomba è pronta!

Fatemi sapere cosa ne pensate di questo post, se vi piace l'idea del passo passo e se anche voi utilizzate queste stesse tecnice e dosi...sarà bello potersi confrontare! Per ogni dubbio o chiarimento sono qui,
Vi aspetto lunedì con la ricetta di un semifreddo nuovo di zecca dove potere applicare le basi di cui vi ho parlato  oggi . Non mancate!!!!
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mercoledì 25 luglio 2012

Le Crespelle "riggitane"... lo Street Food del Corso Garibaldi!

Oggi parliamo di ......Street Food!
Come cos'è!? E' Lui...il cibo di strada, quello dei quartieri poveri, quello dei ghetti cittadini, dei suq, dei mercati popolari... quello della Vucceria e di Wall Street... quello "dei peggiori bar di Caracas"  (...!).
E' la recente tendenza del cibo easy.... la nuova frontiera dei gastro-fighetti.... il finger-food dei ricchi-snob-travestiti-da -poveri-proletari....: arancini, pizzelle, piadine, hot-dog, panelle, kebab....ma anche insetti fritti, serpente trifolato (città che vai , street food che trovi...)....insomma lo streetfood è vasto e variegato ed ha conquistato anche i palati più esigenti e raffinati.
Dai menager  super impegnati dei film americani agli impiegati delle poste in pausa pranzo è streetfood-mania! Persino le danarose signore chic  tra una tappa e l'altra di shopping selvaggio, con al polso il loro Chopard ultimo modello costellato di brillanti (valore 54.000,00 eurini e scusate se è poco...) affondano le loro manine dalla manicure perfetta tra le anse di un tovagliolo di carta per azzannare con finta disinvoltura una piadina calda calda: insomma  lo Street food ha fatto ormai milioni di adepti, me compresa...nonostante non porti l'orologio da polso .
In effetti oltre all'indiscutibile golosità delle preparazioni "pret a porter" per le quali si utilizzano sempre cotture veloci come il fritto e la griglia, e al prezzo contenuto, è veramente comodo e anche divertente sbocconcellare in giro al volo queste sfiziosità con amici o compagni di avventure... e sottolineo compagni.... perchè lo streetfood di cui vi voglio parlare mi riporta alla mente proprio il periodo scolastico...
Chi è di Reggio Calabria e dintorni capirà subito di cosa parlo... chi è lontano e il cuore lo ha lasciato sul Corso Garibaldi forse si emozionerà un pochino... perchè non c'è nessun reggino che almeno una volta nella vita, anche per sbaglio, non abbia mangiato le Crespelle con le acciughe di un notissimo bar del corso.
Le Crespelle sono la cosa più vicina al concetto di Street food che esista in questo lembo di Calabria.
Quando ero una studentessa e a scuola si faceva sciopero per questo o per quello, i più temerari (ah....benedetta gioventù!)  andavano a Reggio, a passeggiare sul Corso e a guardare le vetrine dei negozi . Tappa obbligata era un famoso bar ( che ancora esiste, vivo e vegeto!) per comprare una porzione di Crespelle con le acciughe, calde calde... dentro un sacchetto di carta bianca con il logo blu del bar, e due lunghi stecchini di legno, quelli per gli spiedini. Dopo una " mezza vasca " ( metà tragitto della passeggiata) erano già finite.... divorate avidamente tra una risata e una confidenza su questo o quel ragazzo, magari sedute su una panchina della Villa Comunale.
In tanti anni le cose non sono cambiate: il Corso è sempre affollato di ragazzini con lo zaino in spalla e il sacchetto di Crespelle in mano... con gli sguardi forse un pò meno sognanti di quelli che avevamo noi. Per cui se vi capitasse di venire in vacanza da queste parti, non perdete l'occasione di assaggiarle.... e se proprio non vi potete muovere da casa....beh.... non vi resta che provare la mia ricetta!


CRESPELLE

500gr di farina 00
270gr di acqua tiepida
sale
25gr di lievito di birra
un vasetto di Filetti di Acciughe sott'olio (io Nostromo)
olio di semi di girasole

Impastiamo la farina con l'acqua, nella quale abbiamo sciolto il lievito, e una presa di sale, come se stessimo facendo la pizza. Mettiamo a lievitare la pagnotta di pasta per almeno un'ora in una ciotola capiente, chiusa con cellophane. Sgoccioliamo bene i filetti di acciuga e tamponiamoli con della carta assorbente, facciamoli a pezzetti e mettiamoli da parte. Riprendiamo la pasta e lavoriamola un pò, quindi uniamo le acciughe e impastiamo bene. Formiamo con la pasta così farcita dei cilindri del diametro di circa 2 cm e lunghi quanto volete e lasciateli lievitare ancora per un'ora, coperti da uno strofinaccio umido, quindi tagliateli a tocchetti di 4 cm circa e friggeteli in abbondante olio caldissimo ( in friggitrice o in una padella dal fondo spesso e i bordi alti); saranno pronti quando avranno un bel colore mielato. Gustateli appena si intiepidiscono un pò....mi raccomando!










 Con questa ricetta partecipo al contest di Chiara "Cucinando con mia sorella", dedicato al cibo di strada.







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lunedì 23 luglio 2012

Meringa al cacao con crema al caffè: Semplicemente Irresistibile!

Quando l'ispirazione per un dolce mi viene all'improvviso deriva quasi sempre da una forte sensazione che mi porto dietro latente da un pò e che si vuole in qualche modo concretizzare, come ad esempio la mia  passione per l'abbinamento caffè-cioccolato. 
Oltre ai sapori, mi piaceva anche poter rappresentare il contrasto cremoso-croccante... e così mi sono messa all'opera.
Ne è uscito fuori questo piccolo dessert ma  andando alla ricerca di un nome non riuscivo a trovare quello giusto. Quando mi capitano queste crisi  consulto come al solito la mia famiglia:  così...prima si assaggia e poi in base al gusto, alla sensazione i miei figli e mio marito "sparano" un nome...(Si..."sparare" è il termine esatto: una raffica di nomi di ogni sorta viene fuori a una velocità incredibile: improbabili, buffi, elaborati, da cartoon.... e anche tante risate). 
In questo caso il nome lo ha trovato mia figlia: "Mamma...è irresistibile!.... Semplice!" e io... "Allora, sarà Semplicemente Irresistibile!". E così fu.
Ve lo ripropongo per chi la prima volta se lo fosse perso... e buon inizio di settimana!





SEMPLICEMENTE IRRESISTIBILE
(meringa al cacao con crema al caffè)



per le meringhe al cacao:
2 albumi
zucchero semolato in rapporto di 1:1,5 rispetto al peso degli albumi
2 gocce di limone
un cucchiaino di cacao
mandorle a scaglie

per la crema al caffè:
3 tazzine di caffè ristretto
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di amido di mais
250 gr di mascarpone 
praline al cioccolato o chicchi interi di caffè

per 6 persone

Prepariamo i dischetti di meringa: accendiamo il forno a 100°. Pesiamo gli albumi e mettiamoli in una ciotola quindi pesiamo lo zucchero in misura di 1:1,5 rispetto agli albumi ( es. 50 gr di albumi, 75gr di zucchero)e mettiamolo da parte. Con un frullino cominciamo a montare gli albumi con le gocce di limone. Dopo un paio di minuti, quando cominciano a prendere consistenza uniamo lo zucchero un pò alla volta, continuando a montare, quindi uniamo il cacao e montiamo fino ad ottenere una meringa lucida e soda. Mettiamo la meringa in un sac à poche e su una teglia con carta da forno, formiamo 12 dischetti di circa 8-10 cm di diametro, decoriamo con le scaglie di mandorla  e inforniamo. Le meringhe le ho fatte la sera, quindi per la cottura le ho lasciate mezz'ora in forno a 100°, quindi ho spento e le ho lasciate dentro fino a mattina, affinchè si finissero di rassodare col calore del forno spento, altrimenti consiglio di lasciarle un'ora.
Per la crema, versiamo in un pentolino il caffè e lo zucchero, facciamo scaldare e uniamo l'amido, mescolando energicamente fino a che non si addenserà e diventerà una crema. Facciamo raffreddare, mescolando ogni tanto e uniamola a cucchiaiate al mascarpone, montando il tutto con un frullino elettrico perchè le due masse si incorporino perfettamente.
Montiamo il dolce: adagiamo il primo disco di meringa su un piatto, quindi siringhiamo dei ciuffi di crema al caffè formando uno strato regolare, copriamo col secondo disco molto delicatamente e completiamo con un 
ciuffo di crema e qualche chicco di caffè o praline al cioccolato a forma di chicco.












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mercoledì 18 luglio 2012

Brioches siciliane col tuppo e granita al caffè...


Se c'è un dolce che più di ogni altro per me rappresenta l'estate è la granita con la brioche...ma non una brioche qualsiasi.... la brioche col tuppo!  Questa piccola delizia ( ehm....mica tanto piccola se dentro la farciamo con una bella pallona di gelato...ihihihi) deve il suo nome alla curiosa forma che ricorda il "tuppo", ovvero la truscia, l'acconciatura raccolta tipica delle antiche donne sicule e di qualche nonna moderna.
Non esiste qui da noi, in questa sorta di terra di mezzo tra  due culture, che è la provincia reggina, una gelateria, un bar, una pasticceria, un carretto ambulante che vende granite, dove non si trovino queste sofficissime e profumate brioches...ideale accompagnamento per una rigenerante e golosa granita, con o senza panna. 
Da bambina costituiva la mia colazione nelle giornate messinesi in cui ero ospite della mia amata zia Emma... e ricordo che  quel momento era per me quasi un rito:  strappare via il tuppo dalla brioche  e intingerlo per primo nel bicchiere di granita con panna, dopo averne annusato l'aroma inconfondibile. 
Oggi vi ripropongo questa ricetta (già pubblicata l'anno scorso) che ritengo veramente molto valida, liberamente rielaborata partendo da questa e anche da questa dello Ziopiero. Provatela e vi renderete conto  che  sarà valsa la pena di accendere il forno !


BRIOCHES SICILIANE
col "tuppo"

300 gr di farina manitoba
200gr di farina 00
50gr di olio di semi di mais
270ml di acqua
50 gr di zucchero
un pizzico di sale
scorza di arancia
12,5 grammi di lievito di birra

un tuorlo +due cucchiai di latte per spennellare

per 10 brioches

Misceliamo le due farine, il sale e lo zucchero, quindi uniamo l'olio e impastiamo un pò. Appena l'olio  sarà assorbito dalla farina, versarvi 150ml di acqua tiepida e continuare a impastare . Sciogliamo il lievito nei restanti 120 ml di acqua e uniamo all'impasto, e per ultima la scorza d'arancia grattugiata. Impastiamo ancora fino a ottenere una palla morbida e un pò appiccicosa. Facciamo riposare l'impasto per 10 minuti, coperto da un canovaccio umido, quindi dividiamolo in pezzature da 80gr circa e formiamo con ognuna una palla da 70gr+una pallina da 10 gr che appiccicheremo sopra con una leggera pressione. Disponiamo le palline su una teglia con carta da forno e spennelliamo con la mistura di tuorlo e latte. facciamo lievitare per 2 ore e mezza e poi inforniamo a 180° per 10 minuti, quindi abbassiamo a 160° per altri 10 minuti, fino a che le brioches non assumeranno un bel colore marrone .







Per completare la vostra golosa colazione potete preparare una semplice granita al caffè, con  pari quantità di caffè e sciroppo, fatto con acqua e zucchero sciolto a caldo, a cui potete unire anche un cucchiaino di glucosio. Mettete in freezer per una notte e poi mantecatela con un minipimer. La panna montata d'accompagnamento è d'obbligo.






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lunedì 16 luglio 2012

Semifreddo Rocher Reloaded

In principio fu Scipione.... poi Lucifero, Caronte e Minosse.... Ma che estate è mai questa????? E' vero che stiamo peggio di un girone infernale.... ma questo è veramente troppo!
Rinfreschiamoci con una bella fetta di questo semifreddo che avevo pubblicato l'anno scorso e rispolverato per l'occasione, che riprende i sapori del mio cioccolatino preferito....sperando in una bella "botta d'acqua", come dicono dalle mie parti...
Buon inizio di settimana a tutti, in particolare a chi ancora lavora....stringete i denti, le ferie sono vicine!


SEMIFREDDO ROCHER

500 ml di panna vegetale zuccherata oppure panna di latte fresca+1 cucchiaio di zucchero
3 uova
6 cucchiai di zucchero
100 gr di ciocco fondente al 70% fuso a bagnomaria
un barattolino di Nutella
granella di nocciole
un pacchetto di wafer alla nocciola
un cucchiaio di liquore al cioccolto o rhum

Prendiamo uno stampo da plumecake e lo foderiamo con carta da forno, ma solo sui lati lunghi e sulla base: questo ci servirà per sformare più facilmente il semifreddo. Uniamo un paio di cucchiai di granella di nocciole a 50 gr di ciocco fuso e lo spalmiamo sul fondo dello stampo, sulla carta da forno, facciamo raffreddare e mettiamo in freezer. Montiamo 500ml di  panna in una ciotola capiente. In un'altra ciotola montiamo gli albumi aggiungendo 3 cucchiai di  zucchero a piccole dosi, fino ad ottenere una bella meringa lucida e soda. Uniamo la meringa alla panna, mescolando le due masse dal basso verso l'alto. Montiamo i tuorli a crema con lo zucchero rimanente, quindi uniamo 5 cucchiai di Nutella e mescoliamo bene. Dividiamo il composto di panna e meringa in due ciotole:un terzo in  una ciotola  a cui uniamo un cucchiaio di rhum, mescoliamo bene e facciamo amalgamare. Nell'altra invece versiamo i due terzi e uniamo la crema alla Nutella, mescolando delicatamente. In  una terza ciotola sbricioliamo grossolanamente una decina di wafer e uniamo tre o quattro cucchiai di crema alla Nutella e mettiamola da parte.  Togliamo ancora qualche cucchiaio di crema alla Nutella per la decorazione finale e nella crema alla Nutella rimanente sbricioliamo quattro wafer e  uniamo due cucchiai di granella di nocciole. Riprendiamo lo stampo dal freezer e versiamoci il  composto alla Nutella, un paio di cucchiai di ciocco fuso, avendo cura di spalmarlo bene in uno strato sottile, un pò di granella, quindi il composto bianco, un secondo strato di ciocco fuso e granella finiamo con l'ultimo strato , formato dai wafer sbriciolati con crema, che avevamo messo da parte, cercando di lisciarne la superficie il più possibile con una spatola. Mettiamo in freezer per almeno 12 ore , sformiamo molto delicatamente, aiutandoci con le ali di carta da forno. Decoriamo con ciuffi di crema alla Nutella, wafer e sfoglie di cioccolato.



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venerdì 13 luglio 2012

Linguine con le zucchine : quando il caldo dà alla testa....


 Caldo caldo caldo....E da voi? Certo che queste temperature fanno male....non solo al corpo ma anche alla testa!....O fanno bene???
Spesso col caldo succede  qualcosa di molto strano...ti dà alla testa....
Cominci a pensare, a riflettere, a non tollerare.... Quello che prima sopportavi (atteggiamenti sgarbati, maleducazione, gente che si ferma senza mettere prima la freccia, gente che si approfitta del lavoro altrui per fare soldi....) ti diventa intollerabile....
Cominci ad andare fuori di matto, a mettere in discussione tante cose....e poi una cosa tira l'altra e ti ritrovi a desiderare di essere  una vendicatrice mascherata e con tutta  la forza che hai  vorresti urlare  BASTA!
 ....E nasce in te il desiderio di cambiare, di diventare cattiva, di rendere pan per focaccia, di urlare che essere generosi, seri e professionali non significa essere dei tontoloni che aspettano la manna dal cielo.  
E poi scopri di non essere l'unica a pensarla così...  caldo a parte... e ti senti subito meglio.



 LINGUINE CON LE ZUCCHINE

due zucchine (o zucchini...)
olio EVO
grana grattugiato
 280 gr di pasta lunga ( io linguine)

per 4 persone


Più che una ricetta vera e propria, per la sua facilità, è più un'idea per un primo veloce e goloso.
Io la preparo anche tornando dal mare, quando ho fretta perchè mi sono trattenuta più del dovuto sotto l'ombrellone a chicchierare con le amiche ! E' facilissima e veloce: le zucchine si friggono mentre l'acqua bolle e la pasta si cuoce.
Spuntiamo le zucchine e tagliamole a rondelle.  In una padella bella grande mettiamo un dito d'olio EVO e facciamolo scaldare bene quindi immergiamoci le fette di zucchina e cospargiamole con un pizzico di sale. Scommetto che state storcendo il naso.... L'olio extra vergine d'oliva va benissimo ....è molto più sano di tanti altri definiti "per friggere"....ovviamente a patto di saperlo usare: non deve mai arrivare al cosidetto punto di fumo altrimenti tutti i benefici di questo grasso diventano danni per il nostro organismo! L'olio EVO sopporta benissimo i 180° ed è stabile fino ai 210°, anche per fritture prolungate...per cui potete affidarvi tranquillamente a questo prezioso "alleato" del fritto sano (sembra strano accoppiare la parola fritto all'aggettivo sano...ma per fortuna è così!).
Tornando alle nostre zucchine che a nel frattempo si saranno bruciate in padella, friggiamole bene da entrambi i lati e mettiamole in un piatto ( senza carta assorbente....). Cuociamo la pasta, scoliamola bene e tuffiamola nella padella usata per friggere, uniamo le zucchine, un pò d'olio a crudo, un pugno di grana e mescoliamo bene. Un'estasi..... con una birra ghiacciata!
Buon appetito!






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mercoledì 11 luglio 2012

Cavatelli cozze, fiori e melanza sognando il mare...

Che adoro il mare lo sapete già.... Amo il mare, ma non solo come lo ama chi d'estate si rinfresca tra le sue acque.
Io amo il mare sempre... 
Amo il mare d'inverno quando infrange violentemente le sue onde contro la spiaggia deserta...
Amo il mare quando trascina sulla sabbia piccoli e grandi tesori, legni contorti, conchiglie vuote, vetrini colorati...
Amo il mare quando sbatte violentemente contro gli scogli e li ricopre di schiuma, e sale e scende da quelli, in una danza ritmata senza fine...
Ma soprattutto amo il mare nelle notti di luna piena, quando si ricopre di riflessi d'argento e barche e pescatori disegnano sulla  sua superficie scene ancestrali .


 CAVATELLI
cozze, fiori e melanzana

1 kg di cozze pulite
 10 fiori di zucca
una melanzana grossa o due piccole
 un pomodorino maturo
mezzo bicchiere di vino bianco
aglio, olio EVO, peperoncino e basilico
350 gr di cavatelli
per 4 persone
Sbucciamo la melanzana , tagliamola a cubetti e mettiamola sotto sale  per mezz'ora almeno. Sciacquiamo bene la melanzana sotto l'acqua, strizziamola e friggiamo i cubetti in abbondante olio. Mettiamo da parte.Facciamo aprire  le cozze ben pulite in una padella capiente, a fuoco moderato e senza aggiungere altro.Quando saranno tutte ben aperte, chiudiamo il fuoco e facciamole raffreddare, quindi sgusciamole e mettiamole da parte insieme all’acqua ben filtrata che hanno formato sul fondo della padella. Ora prepariamo il sughetto: facciamo scaldare 3 cucchiai di olio in una padella, uniamo l’aglio e facciamo dorare e quindi il pomodorino schiacciato . Facciamo insaporire e uniamo le cozze, facciamo sfumare con il vino bianco, quindi uniamo anche  la loro acqua, il peperoncino, il basilico e i fiori tagliuzzati.Una raccomandazione: non aggiungete assolutamente sale al sugo, perchè l’acqua delle cozze è molto saporita quindi non necessita di ulteriore sale!  Facciamo cuocere ancora 10 minutim uniamo la melanzana fritta  e facciamo comporre bene per qualche minuto: il sughetto è pronto per condire la pasta. Per questo sugo ho usato dei cavatelli freschi artigianali, ma vanno benissimo anche i formati di pasta corta secca industriale, tipo le pennette. 
Buon appettito!
grembiule Busatti


Con questa ricetta partecipo al contest di Leda, del blog GustosaMente

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lunedì 9 luglio 2012

Tortino di fiori di zucca, facile, veloce e light!

Buon lunedì a tutti! 
Oggi una ricettina veloce, semplice e molto estiva, fatta con i favolosi fiori di zucca. A dirla tutta la ricetta l'avevo già pubblicata l'anno scorso, ma visto che questo è il periodo giusto e che questa ricetta mi piace veramente tanto, ho voluto riproporvela. 
Si tratta di un tortino monoporzione. Potete farlo come antipasto chic o semplicemente come un secondo leggero e saporito, accompagnandolo a una bella insalata...l'ideale per queste sere estive! 
E se lo usate come cena leggera potete anche permettervi un gelato come dessert, senza sentirvi in colpa nemmeno un pò se siete a dieta pre-vacanza.... 
Vi aspetto mercoledì ancora con una ricetta con i fiori di zucca, ma nuova di zecca....solo per voi! A presto, non mancate!



TORTINO DI FIORI DI ZUCCA

per ogni monoporzione: 4 fiori di zucca e un pugno di impanatura 

per l'impanatura:
 un pacco di pancarrè sbriciolato o mollica di un panino e mezzo raffermo ma non secco
80 gr di grana grattugiato
olio EVO
sale, pepe, basilico fresco sminuzzato. aglio tritato finemente
100 gr di prosciutto cotto
una mozzarella

per 8-10 tortini

Laviamo e puliamo i fiori di zucca, asportando i pistilli vicino alla base. Prepariamo l'impanatura mescolando la mollica con il formaggio, il sale, il pepe, l'aglio e il basilico tritati finemente e qualche cucchiaio d'olio. Uniamo a questo miscuglio anche la mozzarella e il prosciutto tagliati a dadini .Oliamo bene sul fondo e sui lati le cocotte da monoporzione, disponiamo sul fondo due fiori, poi qualche cucchiaio di impanatura, altri due fiori e finiamo con l'impanatura e un filo d'olio.
Inforniamo a 180° per 15 minuti.






Con questa ricetta partecipo al contest di Leda, del blog GustosaMente

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venerdì 6 luglio 2012

Da una Tortina al cioccolato di Nigella a un Delirio al cioccolato....passando per una Foto-copia!

Premessa: io adoro Nigella Lawson...

Antefatto: lo Ziopiero e Stefania lanciano un contest molto singolare, nel quale la sfida consiste nel riprodurre fedelmente una foto tratta da un libro o una rivista o anche un sito di cucina...purchè rintracciabile.

Parabola discendente: la scelta
Primo pensiero: io DEVO partecipare (passaggio in rassegna di tutti i libri di Montersino, Nigella, Simili, AA.VV. & co. per scegliere la ricetta- nulla di fatto)
Secondo pensiero ( dopo due settimane): io POTREI partecipare ( passaggio in rassegna di tutte le riviste di cucina della casa e/o ritagli di giornale- ancora niente)
Terzo pensiero (dopo un mese): non so se partecipo...( passaggio in rassegna delle stesse riviste e libri della casa per la seconda volta)

Difficoltà :
  • ipotesi 1- mi piace la ricetta, ma la foto non mi ispira.
  • ipotesi 2- mi piace la foto ma la ricetta è difficile o con ingredienti che non posso reperire (...che sia di Montersino? ahahahah humor da vecchicompagnidiclasse... sarà che di un anno più piccolo di me ma non riesco a pensarlo come un sommo maestro...anche se lo è...)
  • ipotesi 3- mi piace la foto, la ricetta va bene ma... ma dove trovo quel piatto??? E quello sfondo???? Per non parlare di quell'ambientazione chic...
E quindi?
Andiamo direttamente al quarto pensiero ( manca ormai una settimana alla scadenza...) : NON CE LA FARO' MAI!

Poi arrivano gli operai in casa ed è il delirio: devo ridipingere la camera dei bimbi. Tutta casa ( il che non è indice di grandi spazi...) invasa da scatoloni pieni di giocattoli, libri, zaini, vestiti... Uniche oasi felici: la mia camera da letto e la cucina . E allora? Allora devo approfittare di questi due giorni in cui sono costretta a rifugiarmi in cucina per tirare fuori qualche idea...

Non è stato affatto facile con 40 gradi, cucinare questo dolce che non è esattamente ESTIVO, fotografarlo senza avere nulla a disposizione se non la luce naturale della mia cucina, un piatto bianco, un telo bianco e un cucchiaino d'argento che ( credetemi se ve lo dico.... la mia pazzia arriva a questo e altro...) ho piegato e modellato per farlo assomigliare il più possibile a quello della foto e fargli catturare quel riflesso che altrimenti non avrebbe avuto.
Tutto questo per arrivare a due giorni dalla scadenza del contest con una foto...
... ROBA DA BLOGGER!!!!



TORTINE AL CIOCCOLATO DA CUORE MORBIDO
di Nigella Lawson - Delizie Divine- pag.179

50gr di burro+ un pezzettino per imburrare gli stampi
350gr di cioccolato fondente di ottima qualità ( io al 55% di cacao)
150gr di zucchero semolato
4 uova grandi sbattute con un pizzico di sale
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
50 gr di farina ( io fecola di patate)

per 6 stampini da budino


Scaldiamo il forno a 200° e inforniamo una placca. Imburriamo gli stampini (io ho anche infarinato).
Facciamo sciogliere a bagnomaria il cioccolato e intanto lavoriamo il burro con lo zucchero ( io ho usato prima una forchetta e poi una frusta a mano), quindi uniamo le uova sbattute a filo, mescolando tutto bene, l'estratto di vaniglia e la farina e quando è tutto ben amagamato uniamo il cioccolato fuso tiepido e amalgamiamo ulteriormente.
Versiamo l'impasto nei sei stampini (la dose è perfetta) e adagiamoli sulla placca calda. Inforniamo per 10 minuti esatti. Sforniamo, lasciamo intepidire 30 secondi e capovolgiamo gli stampini sui piattini.















ecco la foto originale del libro scattata da Petrina Tinslay



e questa invece è la mia Foto-copia


Due parole soltanto sulla scelta: ho scelto questa foto di Petrina Tinslay per Nigella, così lontana dal mio modo di fotografare ( in cui la composizione è quasi sempre molto piena... diciamo non proprio la classica foto da studio....)  spinta principalmente dall'apparente semplicità degli arredi ( e nonostante questo il piatto bianco non è proprio uguale....) e affascinata dal contrasto del bianco con il nero, in una foto essenziale ma niente affatto semplice. Ho calcolato il fatto che non avendo attrezzature particolari dovevo contare sulla luce naturale che entra dalla mia finestra da destra ... proiettando l'ombra verso sinistra... proprio come nella foto. Ho notato che la composizione era sistemata sul bordo del tavolo per cui si poteva visualizzare un'ombra particolare in primo piano che doveva essere assolutamente riprodotta. Non per ultimo...la scelta è caduta su una ricetta che potevo riprodurre anche senza glutine senza alterarne il risultato: 50 gr di farina non sono stati un problema da sostituire con la fecola.



Questo è il piatto così come invece lo fotograferei io....




....e questo invece è come lo servirei per renderlo più adatto alla stagione...


...una pallina di gelato alla vaniglia, caramello mou e granella di nocciola e il Delirio al Cioccolato è pronto!
Non svenite, mi raccomando! Tanto me lo sono già pappato!
Alla prossima!




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giovedì 5 luglio 2012

Peperoni ripieni alla calabrese... ritorno alle origini

Lo so, lo so....fa caldo....tanto caldo....tantissimo caldo! Ma in Calabria come  in ogni altro lembo di terra italiana, ci sono piatti dai quali, caldo o no, in estate non si può prescindere, perchè fanno parte della cultura di una  terra, del modus vivendi di un popolo, che qui al sud più che altrove forse, rimane immutato nei secoli e  impresso nel dna di ognuno.
La Calabresitudine in cucina è una cosa parecchio seria.

Sei calabrese quando... metteresti il peperoncino persino nel latte
Sei calabrese quando... nei pic-nic di ferragosto nella tua borsa non mancano parmigiana di melanzane e caponata
Sei calabrese quando... la 'nduja la spalmi sul pane come fosse Nutella
Sei calabrese quando... la tua merenda da bambino era pane e peperonata
Sei calabrese quando... d'estate, apri il frigo e per colazione... dù belli pipi chini ti riconciliano col mondo... 

...anche se abiti a Carate Brianza!
 

 PEPERONI RIPIENI ALLA CALABRESE
con licenza poetica
10-12 peperoni rotondi
4 pugni di pangrattato
2 pugni di grana grattugiato
mezzo spicchio d'aglio e prezzemolo
olio EVO
50 gr di mortadella a dadini
50 gr di provola a dadini

Come potete vedere non ho scritto la dose precisa degli ingredienti... questo perchè nella cucina tradizionale l'unica bilancia è il proprio "occhio". E visto che il ripieno è abbastanza semplice da fare vi darò delle proporzioni di massima, perchè tanto verranno buoni comunque, anche se il vostro pugno è più grande o più piccolo del mio. La mia licenza poetica? Provola e mortadella che renderanno i peperoni ancora più golosi. Se il ripieno non dovesse bastare perchè i peperoni sono più  grossi di quelli che ho usato io, basterà rifare il ripieno in minore quantità ma con le stesse proporzioni.
Mescoliamo il pangrattato con il grana, il sale, il prezzemolo e l'aglio tritati, uniamo qualche cucchiaio d'acqua e mescoliamo bene con le mani. Uniamo al tutto la mortadella e la provola e completiamo con qualche cucchiaio d'olio EVO. L'impasto deve risultare umido e appiccicoso.
Laviamo e puliamo i peperoni, incidendo la parte superiore e liberandoli dal picciolo e dai semi interni. Riempiamo ogni peperone con il ripieno e adagiamoli in una teglia da forno unta con poco olio. Completiamo con un paio di giri d'olio sui peperoni e inforniamo a 200° per 15 minuti, quindi abbassiamo il forno a 180° per altri 15 minuti circa.
I peperoni ripieni vanno fatti in anticipo perchè vanno mangiati freddi... e riposati!



  


americana e tovagliolo Busatti





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