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mercoledì 30 marzo 2011

Mise en place: quando i particolari fanno la differenza...

La mise en place o apparecchiatura di una tavola è sempre una sfida: cercare di accordare in un equilibrio perfetto il piatto che abbiamo preparato con il contesto nel quale lo mangeremo non è cosa da poco...per cui nel nostro quotidiano correre e scappare apparecchiamo frettolosamente buttando sulla tavola tovaglia e tovaglioli, posate e bicchieri e se va bene una bottiglia di vino. La tovaglia ricamata del corredo e i piatti decorati normalmente li lasciamo nella vetrinetta delle cose belle, in attesa dell'occasione giusta... Così passa Natale ..."siamo in 24...meglio piatti di carta!".... Capodanno...idem...Il compleanno dei figli..."Con tutti quei bambini pestiferi? La macchieranno di Cocacola!"...poi i figli si fidanzano "Non vorrei sembrare antica... "...poi si sposano...e le cose belle le lasciamo lì ad ammuffire. E se invece l'occasione la trovassimo in un giorno qualunque? Perchè non  preparare una cenetta romantica solo per noi e LUI.... o un pranzetto, quando i bimbi rimangono a scuola perchè c'è il rientro?
Coccoliamoci un po' con le cose belle; non c'è bisogno di grandi cose... dei fiori, una candela accesa, un buon vino da sorseggiare insieme... e per concludere un dolce semplice da preparare ma sublime al palato, si scioglie in bocca ed è gluten free.

Questo dessert che ho ideato pensando alla primavera, porta il nome di una persona senza la quale non sarei quella che sono e non potrei fare quello che faccio ...mia madre.


DOLCE VITTORIA

2 albumi
zucchero semolato in doppio peso rispetto agli albumi
due gocce di succo di limone
due cestini di fragole
200ml di panna da montare
qualche cucchiaio di coulis di fragole (o sciroppo)

per decorare: 6 fragole, 50gr di cioccolato fondente al 70% di cacao

per sei porzioni


Prepariamo i dischetti di meringa: accendiamo il forno a 100°. Pesiamo gli albumi e mettiamoli in una ciotola quindi pesiamo lo zucchero in misura doppia rispetto agli albumi ( es. 50 gr di albumi, 100gr di zucchero)e mettiamolo da parte. Con un frullino cominciamo a montare gli albumi con le gocce di limone. Dopo un paio di minuti, quando cominciano a prendere consistenza uniamo lo zucchero un pò alla volta, continuando a montare, fino ad ottenere una meringa lucida e soda. Mettiamo la meringa in un sac à poche e su una teglia con carta da forno, formiamo 12 dischetti di circa 8-10 cm di diametro e inforniamo. Le meringhe le ho fatte la sera, quindi per la cottura le ho lasciate mezz'ora in forno a 100°, quindi ho spento e le ho lasciate dentro fino a mattina, affinchè si finissero di rassodare col calore del forno spento.
Facciamo fondere a bagnomaria il cioccolato, quindi appena si è raffreddato un pò, intingiamo a metà le fragole e le mettiamo ad asciugare su carta da forno. Il cioccolato che rimane lo coliamo con un cucchiaio sempre su carta da forno, secondo la nostra fantasia... farà da decorazione insieme alle fragole.
Montiamo la panna (lasciandone qualche cucchiaio da parte) e uniamo le fragole a pezzettini, lasciandone 6 intere, e qualche cucchiaio di sciroppo di fragole. Ora siamo pronti per montare il dessert.
Adagiamo il primo disco di meringa su un piatto, quindi siringhiamo dei ciuffi di panna e fragole formando uno strato regolare, copriamo col secondo disco molto delicatamente e completiamo con un ciuffo di panna semplice e la fragola intera.









clicca sulla foto e ...vedrai! :)

Con questa ricetta partecipo al contest di Ambra, "Mise en place".

martedì 29 marzo 2011

Piccole soddisfazioni...



Oggi niente ricetta. Voglio condividere con voi una serie di belle cose che riguardano il  blog che mi riempiono di gioia e soddisfazione. Spesso mi capita di sentirmi dire cose tipo" ...ma chi te la fa fare!" oppure "..ti pagano?". Certo è difficile da spiegare perchè una persona a quasi quarant'anni passa tutto il suo tempo libero in cucina a provare e inventare per poi mangiare il cibo ormai freddo perchè prima lo vuole fotografare... perchè scatta 10-20-40 foto a un uovo e poi ne sceglie una... perchè lascia i panni ad accumularsi e invece di stenderli, al mattino cerca la luce migliore per fare uno scatto decente. Queste cose non si possono spiegare... perchè neanche io ho una risposta...o forse si. Forse lo fa perchè spera che un giorno possa scrivere di cibo e tradizioni pubblicando un libro magari, o parlandone su una rivista come Cavolo Verde... o forse perchè una sua ricetta possa essere pubblicata su uno dei più cool dei new magazine per food blogger come About Food... ma soprattutto per sentire qualcuno dire premiando la sua foto :

"Avete presente quando un immagine riesce ad evocarvi un ricordo, e quel ricordo un profumo e ancora quel profumo desta in voi una sensazione malinconica di tempi passati, gioie da conservare, e vi fa sentire orgogliosi delle vostre origini?
Ecco, avete trovato la vostra opera d'arte perfetta, quella che coinvolge tutti i sensi, quella grazie alla quale riscoprite memorie di pensieri un poco sbiaditi, ma pur sempre vivi nel vostro cuore.
Io mi sono sentita così a guardare quella foto. La foto di Fujiko.

Una foto che mi ha raccontato la voglia del ritorno alle cose semplici con un profumo che parla tanto di libertà. Una perfetta messa a fuoco non solo su un piatto ma anche sulla riflessione riguardo un'identità culinaria che fortunatamente ci portiamo dietro. Sono stata di parte, devo ammetterlo sono doppiamente isolana e i piatti di mare mi affascinano sempre, e quando così magistralmente immortalati sembrano quasi quasi contenere in sè persino il ritorno tumultuoso delle onde sopra se stesse. L'ambiente immortalato e quindi il punto di fuga insieme alla pietanza rende il tutto ancora più reale, un parapetto in ferro battuto e ancora più avanti un balconcino che ospita innumerevoli piantine e una porta finestra in legno, un po'usurata dal tempo. Tutto è fermo e perfetto e allo stesso tempo tutto sembra andare avanti, con la medesima semplicità, da sempre. Una luce che ricorda un sole alto che si ripropone nella colorazione dorata del vino nel bicchiere. Se fossi stata lì avrei voluto che quella mezz'ora durasse un'eternità, per godermi il profumo di quel meraviglioso piatto commisto ai ricordi di un infanzia, che quelle immagini hanno risvegliato in me.
Grazie, e complimenti".

GRAZIE a te Claudia per queste parole. Ogni altro commento è superfluo.

lunedì 28 marzo 2011

Quei favolosi e...golosi anni '80

Gli anni '80 li ho nel cuore. Sono gli anni della mia fanciullezza e della mia adolescenza, gli anni in cui ho conosciuto mio marito e gli ho dato il primo bacio, gli anni della prima gita scolastica lontano da casa, delle spalline imbottite (... persino sotto le t-shirt) e dei colori fluo, gli anni dei capelli scalatissimi e del lucidalabbra alla fragola, gli anni degli A-ha e di Pierre Cosso,  di Madonna che cantava "Like a virgin" e dei paninari, dello swatch e dei 501, dell'invicta blu e fucsia con i libri del liceo e ancora... gli anni di Giovanni Paolo ancora senza bastone che giocava col suo mantello con un bimbo e diceva ai giovani "Non abbiate paura!".
Erano anche gli anni in cui mia madre comprava in edicola i fascicoli della favolosa Enciclopedia della Cucina della Curcio:  ne vennero fuori 8 volumi, in ordine strettamente alfabetico. Indovinate qual'era il mio volume preferito?...l'ultimo, il numero 8, da TART a Z.... dove c'erano le torte! E una in particolare mi piaceva più di tutte...una torta al caffè: la guardavo e la riguardavo, ogni volta che sfogliavo quelle pagine, mi soffermavo ad ammirarla...ho consumato le pagine di quel libro! Quando qualche settimana fa ho letto del contest di Pecorella di marzapane proprio sulle ricette anni '80 ho subito pensato a LEI... anche se un certo timore reverenziale non mi ha permesso di dedicarmi subito all'esecuzione. In aggiunta a tutto ciò il fatto che non avrei potuto nemmeno assaggiarla ... se non avessi sostituito la farina con quella senza glutine.... "Perchè no?" mi sono detta e al grido di " a noi due!" sono partita all'attacco e questo è il risultato....



TORTA ALLA CREMA DI CAFFE'

per la pasta: 4 tuorli
4 cucchiai di acqua calda
100gr di zucchero
una presa di sale
una bustina di zucchero vanigliato
4 albumi
100 fecola
100 farina (io senza glutine)

per la crema al caffè: 500ml latte
vanillina
50gr di zucchero
una presa sale
50 fecola
2 tuorli (io 1 uovo intero)
250gr burro
125 di zucchero a velo
un cucchiaio di caffè macinato finemente

per decorare: praline di cioccolato a forma di chicchi di caffè


Montiamo i tuorli con l'acqua e metà dello zucchero, uniamo il sale e lo zucchero vanigliato. Montiamo a neve gli albumi con il resto dello zucchero e li uniamo delicatamente alla crema di tuorli, quindi aggiungiamo la farina e la fecola. Imburriamo una teglia da 24 e infariniamo, quindi versiamo il composto e inforniamo a 180° per 30 minuti circa. 
Per la crema, prepariamo una base per la crema pasticcera: facciamo sobbollire il latte con la vanillina. Montiamo l'uovo con lo zucchero, uniamo la fecola e poi il latte a filo. Mescoliamo bene e rimettiamo sul fuoco, sempre mescolando fino a che la crema non si addensa. Lavoriamo il burro a pomata e uniamo lo zucchero a velo e il caffè, quindi uniamo la crema pasticcera fredda a cucchiaiate .
Tagliamo la torta in tre dischi (io li ho anche bagnati con caffè e rhum) e spalmiamo la crema. Decoriamo la torta con ciuffi di crema e i chicchi di caffè al cioccolato.



 

                                                                                                                           








con questa ricetta partecipo al contest "I golosi anni '80" del blog Pecorella di Marzapane.

venerdì 25 marzo 2011

Eh che cavolo...e tre!

Questo è l'ultima ricetta della trilogia... del cavolo. Dopo il risotto e i fagottini è la volta dei cavolini o cavoletti di Bruxelles. 
Diciamo pure che al solo udire questa parola i bambini scappano via terrorizzati, si nascondono sotto i letti, giurano e spergiurano di non avere fame, anche se sono appena tornati da 5 ore di scuola e sono a digiuno dalle 8 di mattina.... La colpa non è però del sapore di questo piccolo, simpatico e singolare ortaggio, che sembra una miniatura di mamma verza....quanto piuttosto della letteratura in materia, per la quale in ogni telefilm americano  dagli anni '80  in poi (La famiglia Bradford docet...) i cavolini di Bruxelles rappresentavano una sorta di punizione-salutista-del-gusto per poveri ragazzini.
Poveri cavolini.... banditi dalle tavole dei sogni di bimbi e adolescenti per la regola del  "quello che fa bene non è buono e quello che è buono non fa bene"! Ps...ps.... avete notato che anche nel contest sui cavoli di Eli- gamberetto (...ormai la chiamo così...ihihihh)... i poverini non ci sono? Nemmeno una ricettina che li veda protagonisti.... !shhhhhhhhhhh....! Ci sono i broccoli, il cavolfiore, la verza, le cime di rapa... persino il broccolo romano....ma loro no! 
E siccome io sono sempre dalla parte dei deboli e dei diseredati.... la posto io una ricetta con i cavolini assoluti protagonisti e per di più golosissimaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! 




CAVOLETTI  GOLOSI AL FORNO

500gr di cavoletti di Bruxelles
una mozzarella
50 gr di grana grattugiato
30 gr di burro
per la besciamella: 500gr di latte, due noci di burro, due cucchiai di fecola di patate, noce moscata.
 
per 4 persone

Puliamo i cavoletti dalle foglie esterne e sbollentiamoli per 10 minuti e mettiamoli da parte. 
Prepariamo la besciamellain un pentolino dal fondo spesso facciamo fondere il burro e uniamo la farina, amalgamando bene, quindi aggiungiamo il latte e facciamo addensare girando di continuo con un cucchiaio di legno. Saliamo e quando la salsa avrà raggiunto la consistenza giusta, spegniamo e uniamola noce moscata .
Prendiamo una pirofila e versiamo sul fondo un paio di cucchiai di besciamella, disponiamo i cavoletti, la mozzarella a pezzettini e versiamo sul tutto la besciamella. Completiamo con il grana e qualche fettina di burro.
Passiamo in forno per 20 minuti a 180°, fino a doratura.



e come già annunciato con questa ricetta partecipo al contest " Ma sei proprio un broccolo!" di Eli del blog "Il gamberetto"

mercoledì 23 marzo 2011

I migliori anni della nostra vita....

Quest'anno sono 15. Correva l'anno accademico 1996 quando qualcuno pronunciò queste parole "...in nome del popolo italiano la dichiaro dottoressa in Lettere con voti 110 su 110... e lode!", lode che per la tanta emozione io non sentii e quando lo venni a sapere per caso, dopo circa mezz'ora, dal mio Relatore di tesi, emisi un urlo di gioia tale da fare sussultare l'intero Corpo Accademico presente. Ripensarci oggi mi fa tenerezza...non sapevo allora quanto poco avrebbe fatto la differenza avere 90 o 110 e lode in una società in cui va avanti chi è figlionipotecugunodi , che sei fortunato se il lavoro stabile lo conquisti intorno ai 40,  ma cosa più importante, in una società in cui un ricercatore medico, di quelli che ogni giorno studiano per trovare una cura che ci salva la vita, guadagna in un  mese quanto   un tronista  e similari  guadagna in una serata sedendosi in discoteca a bere champagne...
Gli anni dell'università sono stati i più belli, anche se la vita di studente fuori sede non è esattamente rose e fiori: devi studiare, seguire i corsi, pulire la casa, cucinare, fare la spesa... essere autonomo insomma. Avevo 19 anni anni e partivo la mattina alle cinque di ogni lunedì...sola in quelle carrozze così squallide dei treni a scompartimenti separati. Non c'erano ancora i cellulari, così mi chiudevo dentro e col cuore che mi batteva a mille aspettavo che si arrivasse in  una stazione dove sapevo sarebbe salito qualche amico. Mi ricordo il primo impatto con le lezioni in aula: ti rendi conto di essere trasparente, tutt'altra cosa dal liceo dove ci si conosce tutti. Fortuna che l'anno da matricola passa in fretta, si stringono amicizie e si condividono esperienze che ti porterai sempre nel cuore: Danila, la mia prima amica, compagna di appartamento per un anno ma nel mio cuore per sempre: è stata testimone alle mie nozze! Quante risate quando finivamo i soldi e l'ultimo giorno prima di tornare a casa ci facevamo dei panini improbabili con quello che raccattavamo in dispensa!.... Anna ovvero la mia dietologa ideale....per buttare giù qualche chilo,  yogurt e cereali per cena...ma mentre studiavamo Nutella ...perchè ci apriva la mente!  La sera io mi  addormentavo mentre lei parlava, parlava, parlava....ihihih...a un certo punto mi chiamava e quando si accorgeva che io non rispondevo perchè dormivo mi tirava un calcio sotto le coperte e si girava dall'altro lato!... Bettina, la nostra cuoca, era capace di inventarsi con niente delle cose deliziose e cuoceva al forno con due padelle su una piastra elettrica...fantastica! Poi c'erano Antonietta e la piccola Simona, sua sorella e nostra mascotte... quanti momenti abbiamo condiviso: risate, pianti, delusioni, incomprensioni, paure, ansie, gioie e...diete selvagge... abbiamo steso  le mutande in bagno sullo stesso filo, abbiamo fatto la lotta per chi dovesse fare la doccia per prima e lavato i piatti l'una dell'altra. E' stato bellissimo crescere insieme e condividere un periodo così delicato e particolarmente importante.
Ancora oggi ci sentiamo, con alcune siamo riuscite a rivederci dopo anni e ci siamo riabbracciate tra le lacrime. Ci siamo sposate, abbiamo fatto figli, alcune di noi sono professioniste, altre mamme e casalinghe, ma in tutte è rimasto quel ricordo immutabile degli anni insieme...i migliori anni della nostra vita.
Dedico questa ricetta alle mie amiche di università e a tutti gli studenti, fuori sede e non, che ogni giorno cercano di cambiare un pò il mondo....





CASARECCE  MM (melanzane e mozzarella!)

300gr di casarecce GAROFALO n° 88
un barattolo di polpa di pomodoro a pezzettoni
una melanzana
olio EVO, cipolla, peperoncino, basilico o origano
mezza mozzarella

per 4 persone


                                                                                                                                                                                                                                  Questa ricetta è velocissima e molto gustosa: il sugo è pronto  mentre la pasta si cuoce!
Quindi prima di tutto mettiamo a bollire l'acqua per la pasta. 














Prendiamo la melanzana, la laviamo bene e la tagliamo a dadini, senza togliere la buccia e la passiamo per qualche minuto in una padella antiaderente ben riscaldata, la saliamo e la facciamo abbrustolire e la mettiamo da parte. In quella stessa padella versiamo qualche cucchiaio d'olio, la cipolla tritata e la polpa di pomodoro, aggiustiamo di sale, aggiungiamo il peperoncino e gli odori e facciamo cuocere per 10 minuti. Intanto l'acqua bolle e versiamo la pasta nel tegame   e portiamola a cottura. Torniamo dal nostro sughetto , uniamo al pomodoro le melanzane   e facciamo comporre per qualche minuto, quindi spegniamo la fiamma. 







Scoliamo bene la pasta e tuffiamola in padella, mescoliamo bene, uniamo la mozzarella tagliata a cubetti , mescoliamo ancora e pappiamo! 
















Dimenticavo di dirvi che questa pasta ha un grande vantaggio... è così buona che non c'è bisogno di lavare i piatti....è autopulente....ahahahaha! 






















Con questo post partecipo al contest di Cleare e Pasta Garofalo " Pasta degli studenti con 5 ingredienti".

lunedì 21 marzo 2011

Una rondine non fa primavera...ma una fresia?


Marzo è pazzo e questo è un fatto ormai risaputo...anche mia nonna me lo diceva sempre: marzu pacciu... aprili non cacciari e non mintiri...a maju llenta u saju... ( marzo è pazzo, aprile non mettere e non togliere, a maggio alleggerisci gli abiti)! Però davanti a una splendida giornata di sole come si fa a rimanere indifferenti, seppure sia il sole marzolino, noto per la sua inattendibilità e bugiarda presenza? Persino sul mio balcone, noto ai vicini come il balcone delle piante secche, visto il mio pollice nero, da qualche giorno, in assoluta indipendenza dalla mia volontà, un mazzetto di fresie ha deciso di spuntare tra le erbette spontanee che ormai campeggiano nei miei vasi abbandonati. Non che non ami le piante... ma per la disperazione di mia madre, il dottor Dolittle del regno vegetale, sono capace di fare seccare anche le piante grasse... 

Comunque, per tornare alle fresie, il loro apparire timidamente nel mio vaso mi ha messo addosso una gioia e una voglia di primavera che mi hanno riempito il cuore. Così con questo desiderio di sole e di fiori mi sono messa a cercare una ricetta per un dolce  che profumasse di primavera, di semplicità e che si facesse inzuppare volentieri nel caffè e nel latte per una colazione coccolosa e rassicurante che ci consolasse di questo ennesimo inizio di settimana...ed eccolo qui... trovato nel blog dei blog.....
L'unica modifica che ho apportato è nell'uso esclusivo dell'arancia, mentre la ricetta originale prevedeva anche il limone, e nell'aggiunta di una glassatura all'arancia.




CAKE CON ARANCIA E OLIO D'OLIVA

180gr di zucchero
150gr di farina
3 uova
100gr di panna
40gr di burro
20gr di olio di EVO
un cucchiaino di lievito per dolci
1 grossa arancia biologica

per la glassa: zucchero a velo, succo d'arancia, buccia d'arancia a julienne 



Sbattiamo lo zucchero con le uova per 10 minuti, fino ad ottenere un composto chiaro e gonfio. Aggiungiamo sempre continuando a sbattere, la panna, poi la farina setacciata con il lievito. Infine uniamo il burro fuso, l'olio e e la scorza grattugiata dell'arancia. Versiamo l'impasto in uno stampo da plum-cake imburrato e infarinato e lasciamo riposare per un'ora, quindi inforniamo a 160° per circa 45 minuti, facendo la prova stecchino prima di sfornarlo. Per la glassa, mescoliamo lo zucchero a velo con alcune gocce di succo d'arancia, finchè non otteniamo una cremina non troppo densa, quindi la versiamo sul plum-cake e completiamo con le scorze d'arancia tagliate a julienne.













Con questa ricetta partecipo al contest  "Gli agrumi" di Cinzia 
e a quello di Assaggi di viaggio !


Cosa metto nel cestino?

venerdì 18 marzo 2011

Le alici più buone del mondo!

Il pesce azzurro fa bene. Il pesce azzurro è economico. Il pesce azzurro è digeribile. Il pesce azzurro è mediterraneo. Ma io mangio il pesce azzurro semplicemente perchè è BUONO!  Non solo, ma il suo gusto particolare è esaltato dalle preparazioni semplici come questa:   la mia ricetta preferita per mangiare le alici... a morti soi!




ALICI MARINATE

300 gr di alici pulite
il succo di 2 limoni
sale e pepe
peperoncino
aglio 
olio EVO
origano
prezzemolo o basilico

Prepariamo la marinata, mescolando in una teglia di pirex il succo dei limoni, il sale, il pepe, il peperoncino, l'aglio tritato finemente, l'origano e l'olio. Adagiamoci dentro le alici aperte e liberate dalle piccole spine .
La marinatura deve ricoprirli abbondantemente, se questo non avviene unite ancora succo di limone. Lasciateli a riposo per almeno 6-8 ore... se è una nottata ancora meglio. Trascorso questo tempo sono pronte da mangiare: sistematele su un piatto, irroratele con un cucchiaio di marinatura e cospargetele con il prezzemolo tritato.



Con questa ricetta partecipo al contest di Poverimabelliebuoni.

mercoledì 16 marzo 2011

Gamberetti everywhere e il mio bistrot sul balcone

Sabato mattina è stata una giornata piena di sole e siccome sono metereopatica questo equivale per me a una iniezione di energia a lunga durata...quindi sono volata dal pescivendolo sotto casa mia e ho preso dei bellissimi gamberetti e delle alici freschissime  e ho cucinato e fotografato per l'intera mattinata. Le alici sono diventate un tortino per la cena e un antipastino che posterò venerdì... mentre con i gamberetti ho preparato un piatto unico per il pranzo e uno sfizioso aperitivo.  Però sarebbe stato  un peccato mangiare in casa con quel bel sole... e allora giù le tende da sole e apparecchiamo in balcone... Il nostro piccolo bistrot è pronto!





GAMBERI IN SALSA GUACAMOLE

8 gamberi passati velocemente alla griglia
per la guacamole
un avocado maturo
mezzo scalogno
succo di limone
peperoncino
mezzo pomodoro non troppo maturo
sale e pepe
per 4 persone


Sbucciate l'avocado, se è maturo al punto giusto la buccia viene via da sola. Tagliatelo a cubetti e unite il succo di limone, sale e pepe, il peperoncino, lo scalogno e il pomodoro tagliato a cubetti. Frullate tutto per 1 minuto e servite accompagnando la salsina con i gamberi grigliati.






con questa foto partecipo al contest FotograFoodiamo

SPAGHETTI ZUCCHINE E GAMBERETTI

300 gr di gamberetti 
una zucchina tenera
mezzo cipollotto
un pomodorino maturo
sale e pepe
vino bianco
olio EVO
peperoncino
prezzemolo

per 4 persone


Puliamo i gamberetti e mettiamone qualcuno intero da parte per decorare il piatto. In un tegame facciamo soffriggere brevemente il cipollotto tritato con l'olio, uniamo la zucchina tagliata a cubetti e facciamo abbrustolire. Dopo qualche minuto uniamo anche i gamberi puliti e sfumiamo col vino, quindi aggiungiamo i gamberi interi,  il pomodoro, il peperoncino, sale e pepe e portiamo a cottura. Facciamo cuocere gli spaghetti secondo il nostro gusto e condiamoli con questo sughetto,  decorando il piatto con i gamberi interi ( pescati dal sughetto prima di buttarlo sulla pasta ihihihih!) e il prezzemolo tritato.


Con questa ricetta partecipo al contest  Piatti Unici di Eleonora del blog  Burro e miele.

Con questa ricetta e foto partecipo al contest di Archcook ed Enocultura " Fotografoodiamo".





I gamberi in salsa guacamole invece se volete potete votarli qui : anche questi finger food partecipano al gioco del gruppo di Atmosfera Italiana.

martedì 15 marzo 2011

Un premio per 10 persone speciali...


Ieri ho ricevuto da Eli de Il Gamberetto questo premio particolare, che mi ha riempito di gioia.




Lo so, anche a me non piacciono le catene, ma questo lo apprezzo per due motivi : mi è stato dato da una personcina che stimo molto e con questa occasione ho scoperto che la stima è reciproca; secondo poi è tradizione che oltre a proseguire la catena, donando il premio ad altri 10 blogger, bisogna raccontare 7 cose di sè... quindi mi è sembrato anche un buon momento, dopo 4 mesi circa di ricette, dirvi anche qualcosa di me.
Qui c'è la mia lista  e la lista dei blogger che ho scelto: ognuno di loro mi somiglia in una di queste cose...

1) Sono una mamma e una moglie a tempo pieno.
2) Mi piace ridere ma su certe cose sono serissima.
3) Sono celiaca.
4) Penso sempre quello che dico (anche se non necessariamente dico tutto quello che penso...).
5) Sono calabrese e orgogliosa di esserlo.
6) Sono metereopatica.
7) Ho uno spiccato senso estetico: sono attratta da ciò che in qualche modo appaga questo senso.


  1. Eleonora di Burro e miele
  2. Eli di Il gamberetto
  3. Ambra di Il gattoghiotto
  4. Zio Piero dei Pasticci dello Ziopiero
  5. Felix e Cappera di Un cuore di farine senza glutine
  6. Claudia di Mon petit bistrot
  7. Malastaff di Malanova.it
  8. Marina di Q.C.ne
  9. Pinella di I dolci di Pinella
  10. dulcis in fundo...non a un blog ma a un gruppo di blog appena nato...Foodblogger Uniti contro il Plagio su Facebook
Molti di voi l'hanno già ricevuto, lo so... altri non sanno nemmeno che esisto...ma mi faceva piacere donarvelo lo stesso, quindi ve lo beccate e muti!

lunedì 14 marzo 2011

A noi due endometriosi... ovvero un tortino di alici Per Bene

Alzi la mano chi sa cos'è l'endometriosi... scommetto che siete veramente in pochi... e tra voi c'ero anche io.
Fino a qualche settimana fa neanche io, donna alla soglia dei 40, "per fortuna" non sapevo cosa fosse. Poi per caso mi sono imbattuta in questo banner e nella importantissima iniziativa di Sunflowers  che con il suo Contest per Bene, in collaborazione con A.P.E. Onlus(Associazione Progetto Endometriosi), ha lanciato una vera e propria campagna di sensibilizzazione verso questa grave malattia.

perbene
E così ho scoperto, spulciando sul sito dell'APE, che l' endometriosi è una malattia originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell'utero, l'endometrio appunto, in altri organi (ovaie, tube, vagina, inestino...): tutti i mesi, durante il ciclo mestruale, il tessuto a causa dei cambiamenti ormonali, sanguina dando origine a cisti, infiammazioni e infertilità. I sintomi che ne derivano sono i forti dolori addominali durante e dopo il ciclo. Una diagnosi tempestiva è fondamentale per evitare che l'endometriosi provochi danni a carico degli organi vitali. E' nostro dovere quindi, come donne e come madri, CONOSCERE per poter RI-CONOSCERE.
Per le donne affette da endometriosi è importantissima una dieta ad hoc, con alimenti che aiutino ad alleviare i sintomi dolorosi: SI a  cereali integrali, pasta, riso, legumi, tonno e pesce azzurro, olio d'oliva, noci e verdure, NO invece  a latticini, carne rossa, caffeina, alcool, cioccolato, grassi saturi, burro e margarina, bevande ad alto contenuto di zucchero, carboidrati raffinati, olii vegetali. 

La sfida è quindi quella di rendere appetibili piatti che contengano questi alimenti e quindi ...a noi due endometriosi!







TORTINO DI ALICI a modo mio


Mezzo chilo di alici pulite 
un panino raffermo ( al massimo di tre giorni fa...:)
aglio, prezzemolo, menta, origano
Olio EVO
sale e pepe




Passiamo velocemente le alici sotto l'acqua e asciughiamole con della carta da cucina, quindi prepariamo l'impanatura: frulliamo bene il pane, uniamo  gli odori tagliuzzati finemente, sale e pepe, un paio di cucchiai d'olio e un paio di cucchiai d'acqua. Impastiamo bene e poi in una pirofila unta di olio sistemiamo le alici a strati, alternandole con l'impanatura. Finiamo con un pò di impanatura e un giro d'olio.
Cuociamo in forno a 180° per 15 minuti e buon appetito! 














venerdì 11 marzo 2011

Finger food mania

Per augurarvi un buon week-end tre ricette facili e veloci per preparare dei finger food d'effetto, con pochi ingredienti e tanta fantasia.




GIRELLE DI ZUCCHINE all'aceto balsamico



una zucchina 
formaggio spalmabile (tipo robiola o philadelphia)
olive nere
glassa di aceto balsamico



Affettiamo sottilmente le zucchine con una mandolina. Grigliamole per qualche minuto e facciamole raffreddare.
Intanto frulliamo il formaggio con le olive e lo spalmiamo sulle zucchine. Arrotoliamo bene e fermiamo con uno stecchino. Decoriamo con gocce di glassa di aceto balsamico.









MILLEFOGLIE DI MELANZANE E AVOCADO


una melanzana non troppo grossa
mezzo avocado maturo
olio, aceto, sale
origano, rucola



Affettiamo le melanzane e grigliamole. Sistemiamole in un piatto e condiamole con sale, origano, rucola tritata,aceto e olio. Facciamo insaporire per almeno mezz'ora, quindi sistemiamo le fette in un  piattino alternando una fetta di melanzana a una di avocado. Infilziamo la torretta con uno spiedino.









CAPPELLI SAPORITI RIPIENI 

8 funghi champignon
una zucchina piccola e tenera
aglio,olio,origano


Puliamo bene i funghi, asportiamone il gambo e mettiamoli da parte. Grigliamo i cappelli per 15 minuti circa e mettiamo a raffreddare. Intanto in una padella mettiamo poco olio e facciamo soffriggere l'aglio, uniamo i gambi dei funghi tagliuzzati e la zucchina a cubettini, aggiustiamo di sale, uniamo l'origano e il pepe nero. Facciamo cuocere a fuoco vivace e portiamo a cottura. Riempiamo i cappelli con le zucchine e i funghi trifolati e serviamo tiepidi.







Anche questi finger food partecipano al gioco di  Atmosfera Italiana, azienda leader nel settore del design e degli accessori per la ristorazione, che prevede una gara tra food bloggers riguardante i finger food e quindi una votazione della presentazione più bella sul loro gruppo FB. Quindi se vi sono piaciute le mia ricetta correte a votarmi qui! Andate a vedere...ce ne sono delle belle!



Un grazie a Flavia di CUOCICUCIDICI per la celerità con cui mi ha spedito i premi per essere arrivata seconda  al suo contest "Hart-to hart".
Non sono bellissimi? Non vedo l'ora di usarli!





martedì 8 marzo 2011

Curry mimosa...

Oggi giornata speciale che chiude la gioia e le feste del Carnevale e ci proietta verso un periodo di riflessione e attesa che è quello della Quaresima. E oggi, per la prima volta da quando ho memoria, questa giornata coincide con la Festa della Donna. Premetto che questa non è una festività che condivido molto, o meglio, che cerchio di rosso sul mio calendario...vuoi perchè credo che finchè ci sia una giornata da festeggiare dedicata alle donne vorrà dire che le donne non hanno proprio nulla da festeggiare, vuoi perchè è diventata ormai solo una giustificazione per donne frustrate che aspettano questo giorno per potere andare al ristorante con le amiche a fare baldoria e quant'altro senza che i mariti possano obiettare, vuoi anche perchè ormai l'età che avanza mi pone pensieri e momenti di riflessione quotidiani su cosa significa essere donna oggi.
Tutto questo non vuol dire che questo giorno non va ricordato con un rametto di mimosa o con un pensiero ai fatti che hanno generato questa "festività", piuttosto penso che bisogna dare a ogni cosa il giusto peso. Quindi non mettiamo il broncio se il nostro uomo oggi non ci porterà la mimosa tornando a casa dopo 8 ore di lavoro, se l'altro ieri ci ha portato un fiore perchè l'ha visto e ci ha pensate.... non ci disperiamo se stasera non potremo uscire con le amiche perchè i nostri figli sono piccoli e vogliono ancora la loro mamma vicino la sera... essere donna oggi è anche questo: essere madre, moglie, professionista.... incrollabilmente DONNA!





PALLINE DI CAPRINO aromatizzate al curry

200 gr di caprino o philadelphia
3 fette di pancarrè sbriciolato
sale 
olive verdi
curry



Mescoliamo bene il formaggio con il pancarrè sbriciolato, regoliamo di sale e formiamo delle palline, al cui centro metteremo un pezzettino di oliva . Passiamole nel curry e mettiamole in frigo per un paio di ore.
Se il curry non vi piace, lo potete sostituire con altre spezie, come la paprika dolce o dell'erba cipollina tritata finemente.

Questo finger food è veramente semplicissimo e d'effetto. L'ho pensato per un gioco organizzato da Atmosfera Italiana, azienda leader nel settore del design e degli accessori per la ristorazione, che prevede una gara tra food bloggers riguardante i finger food e quindi una votazione della presentazione più bella sul loro gruppo FB. Quindi se vi piace la mia ricetta correte a votarmi qui!








lunedì 7 marzo 2011

Un piatto dal sapore antico

La storia che voglio raccontarvi  ha inizio tanti anni fa. Siamo nel 1870 e Antonio e Maria si sposano. La giovane  riceve in dote dalla suocera dei piatti bianchi e neri, che riproducono delle scene di caccia, per arredare la sua tavola quotidiana e per mangiare il macco (zuppa di fave) frutto del lavoro suo e del marito.
Il tempo passa e nascono due figli, Francesco e Maria, ed Antonio commercia ciò che produce ed apre una bottega. Maria cucina le sue zuppe nei piatti bianchi e neri... qualcuno si rompe, qualcuno si scheggia e il tempo scorre veloce. Arriva il 1919, la guerra è finita da poco... bisogna riprendere a costruire... Francesco sposa Vittoria e continua l'attività di famiglia. I suoi genitori vivono con lui. Ora ci sono piatti nuovi in cui mangiare ma Antonio e Maria, ormai anziani, vogliono continuare a mangiare il macco di fave nei loro piatti bianchi e neri. Passano gli anni, nascono tre figli maschi, Antonio, Mario e Rocco,  altri piatti si rompono, quelli di Antonio e Maria .
Vittoria conserva gli ultimi quattro piatti bianchi e neri gelosamente in ricordo dei suoi suoceri e quando cucina il macco lo fa pensando a loro.
Il tempo scorre ancora: siamo alla fine degli anni '40. Un'altra guerra, un altro dopoguerra. Tutto ancora da ricostruire.
Antonio sposa Teresa e hanno tre figli: Francesco, Vittoria e Nuccia. L'attività di commercio continua perchè la terra non tradisce mai. I piatti sono sempre lì, ben custoditi, nella vetrina "dei servizi buoni" di Teresa e il macco non manca mai tra i piatti di famiglia.
Il tempo scorre ancora : Vittoria si sposa con Dino e ha due figli. Una femmina e un maschio.Io e mio fratello.
Questa è la storia della mia famiglia.
Questo è il macco di fave. Questi sono i piatti bianchi e neri oggi custoditi gelosamente nella vetrina "dei servizi buoni" di mia madre...... dal 1870.




MACCO DI FAVE
mezzo chilo di fave fresche decorticate (io ho usato quelle dell'orto di mio suocero che congelo durante l'estate per averle anche in questo periodo...)
una cipolla di Tropea o due cipollotti
un pomodorino maturo
olio EVO



Mettiamo a soffriggere l'olio e la cipolla, affettata sottilmente, quindi uniamo le fave e le facciamo andare a fuoco vivace per qualche minuto. Uniamo il pomodoro spellato e tagliato a cubetti e mescoliamo bene; regoliamo di sale e uniamo un bicchiere d'acqua. 
Facciamo cuocere le fave con il coperchio e a fiamma bassissima. Ogni tanto controlliamo la cottura (unendo se occorre qualche cucchiaio d'acqua)  e schiacciamole un pò.


Proseguiamo la cottura in questo modo fino a quando le fave non si saranno completamente cotte e ridotte in purea.

Serviamo ben calde, accompagnando la
zuppa con un filo d'olio Evo e se vi piace, come piace a me, un cucchiaino di crema di peperoncino.















Capirete perchè appena ho letto del contest di Aboutfood dedicato a fave e piselli questa è stata la prima ricetta a cui ho pensato!

about food

e al calendario di Ammodomio




e al contest di Sapori dei sassi.
Contest: Il Sud nel Piatto - banner